glaive
C'è una nuova generazione che sta ridisegnando la musica, esponendo legami inesplorati tra sottogeneri diversi, e in prima linea in questa nuova ondata di talenti c'è glaive, un nome preso dal videogioco Dark Souls III. Il cantante, appena diciannovenne, possiede uno stile intuitivo di scrittura delle canzoni che si apre a un'atmosfera di cruda emozione. Ogni suo brano possiede una propria personalità, offrendo agli ascoltatori uno sguardo tra la sua vita anticonformista e la comune esperienza umana. La sua ascesa alla celebrità è iniziata durante la pandemia, unendo i punti tra l'avanguardia della musica elettronica, i microgeneri nascenti del pop e i suoni senza tempo del punk, dell'alt-rock, del dream pop e dell'indie folk, creando un'identità musicale davvero fluida.
Dagli esordi a Hendersonville, North Carolina, all'apertura per The Kid LAROI di quest'anno, glaive è diventato un nome sinonimo di una scena che ridefinisce il pop, non allontanandosi dalla tradizione ma forgiando uno stile nuovo e innovativo. I suoi lavori precedenti, tra cui “cypress grove”, “all dogs go to heaven” e “then i'll be happy”, lo hanno consacrato come artista di spicco, elogiato da riviste tra cui il The New York Times, Vulture, GQ e The FADER.
Il suo secondo album uscito l’11 ottobre, “May It Never Falter”, è frutto di un lavoro che sfida i generi e che sancisce l'inizio di un capitolo indipendente della sua attività artistica. L'album è una narrazione di un'età matura sullo sfondo dell'adolescenza e della scoperta di sé. glaive continua a mostrare una sicurezza spavalda e una profondità artistica, ampliando ulteriormente la sua tavolozza, scavalcando i generi.
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